Mario Davico, Albino Galvano, Gino Gorza, Carol Rama, Piero Rambaudi
a cura di Ivana Mulatero e Pino Mantovani
Inaugurazione sabato 26 luglio 2014, ore 19.30
dal 27 luglio al 31 ottobre 2014
La Fondazione MACC e il Comune di Calasetta sono lieti di presentare Carte di astratti torinesi: Albino Galvano, Mario Davico, Gino Gorza, Carol Rama, Piero Rambaudi, una serie di disegni, monotipi e incisioni in dialogo con gli esponenti dell’Arta Astratta e Concreta, nazionale e internazionale, presenti nella collezione permanente del museo. La mostra, che completa il riallestimento della Collezione Leinardi, apre la nuova stagione espositiva del Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta sotto la guida del direttore artistico Pino Mantovani coadiuvato nella vicedirezione da Ivana Mulatero.
Per chi conosce un po’ la storia dell’arte contemporanea italiana e internazionale, la selezione appare immediatamente degna di attenzione, per via della qualità del segno presente in gran parte delle opere più “intime” di tutti questi artisti e per la scelta di tecniche che spaziano dalla xilografia, alla lineografia, dall’incisione al libro d’artista. L’intento, come spiega lo stesso Mantovani, risiede nel dare rilievo al diverso valore che le opere a stampa insieme al disegno rappresentano per gli artisti in questione. Da traccia ancora magmatica di un’idea per Davico per esempio, a esito progettato e opera conclusa a tutti gli effetti per Rambaudi tra gli altri.
L’astrattismo è di certo il leit motiv che collega e unisce le opere selezionate (che coprono un quarantennio, dalla fine degli anni Quaranta alla fine degli Ottanta): un astrattismo che si voleva “concreto”, omaggio a quei materiali che fanno dell’arte visiva il campo della percezione della forma e colore, della composizione e dei contrasti tra segno e fondo.
Questo percorso tra le carte degli artisti piemontesi, nasce in primis come anticipazione di una collettiva di ampio respiro che si terrà presso lo stesso museo nella primavera dell’anno successivo. Pino Mantovani e Ivana Mulatero, rispettivamente nuovo direttore artistico e vicedirettore, hanno curato anche l’allestimento del museo che conserva la ricca collezione di Ermanno Leinardi. Amante degli studi sull’ottica e la percezione, sofisticato collezionista di Arte Concreta e Astratta nazionale e internazionale, l’artista nato a Pisa da genitori sardi ha dato vita e diretto il museo fino alla sua improvvisa scomparsa nel 2006. “Una magica intuizione, negli anni’60, ha portato la mia ricerca ad occuparsi del segno – si legge in apertura al suo sito web – e, direi che, il caso da un lato e la perseveranza dall’altro, hanno premiato questa intuizione, così che numerose possibilità mi hanno aiutato a scoprire altre storie e altri inganni. Considero infatti “l’inganno percettivo” come la base di tutta la mia ricerca […]. Per diciotto lunghi anni ho intessuto rapporti concreti con la pagina bianca, dove il segno, obbediente soltanto ad un gioco mentale, si verificava quasi sempre attraverso la legge del “grande contrasto””. Coerenza e perseveranza, rigore e passione hanno caratterizzato la sua pratica artistica così come il suo impegno a divulgare l’arte in ambito culturale e didattico, in Sardegna soprattutto.
Caratteristiche, quest’ultime che ben corrispondono al fare degli artisti selezionati da Mantovani e Mulatero tra collezioni private e gallerie. Mentre la vena sperimentale e la vocazione didattica del fondatore del Gruppo Transazionale del 1966 è di certo presente nella mission che la Fondazione del MACC dichiara come base fondante del proprio mandato: “questa terza stagione – si legge nel comunicato stampa – si apre raccogliendo l’originale impostazione voluta da Ermanno Leinardi, con l’intenzione, peraltro, di ampliare il campo d’indagine su forme d’arte differenti, tanto nella direzione della tradizione moderna quanto della sperimentazione contemporanea. Un’attenzione particolare sarà rivolta all’inserimento del museo nelle reti territoriali della cultura e sarà dato un ampio sviluppo ai servizi della didattica, della comunicazione e dell’attività laboratoriale, in funzione di coinvolgimento dei vari tipi di pubblico nella scoperta delle mostre e nell’approfondimento dei nuclei tematici della collezione del museo”.