di Ermanno Leinardi
L’iniziativa da parte del Comune di Calsetta di mettere a disposizione un edificio appositamente restaurato che possa contenere la raccolta d’arte che costituisce la mia donazione ha permesso di portare a termine un’idea che accarezzavo da lungo tempo: la realizzazione del Civico Museo d’Arte Contemporanea, la cui inaugurazione coincide con la pubblicazione di un catalogo della donazione Leinardi.
Ora l’edificio contenitore accoglierà una collezione d’arte concreta e astratta, che esprime una presenza, seppur parziale, dell’arte internazionale dai primi anni Sessanta ad oggi.
Ritengo oportuno illustrare quali sono stati i motivi che mi hanno indotto a prefigurare e ralingare questa operazione.
L’aver trascorso oltre trent’anni in giro per l’Europa ad esporre il mio lavoro mi ha portato ad allacciare rapporti culturali con artisti, galleristi, collezionisti, direttori d musei, operatori culturali di diverse tendenze ma tutti impegnati nel rinnovamento artistico europeo: ho avuto un lungo sodalizio con critici d’arte come Michel Seuphor, Giulio Carlo Argan, Rosaio Assunto, Corrado Maltese, Sandra Orienti, Germano Beringhelli, Giorgio Di Genova, Emilio Villa, Ezia Gavazza, Salvatore Naitza, Fernand Fournier e altri.
La mia formazione culturale è avvenuta cos’ in senso progressista e d’avanguardia rispetto alla cultura dominante, e durante tutto l’arco di tempo in cui essa si è svolta ho raccolto e anche acquistato opere di vari artisti con i quali mi sono sentito in consonanza: la collezione che ne è scaturita è il frutto di questi incontri e testimonia una vita di lavoro sempre teso a migliorarsi nella qualità.
Il motivo principale che mi ha indotto a donare al Comune di Calasetta la mia collezione è di ordine per così dire didattico. Infatti costituisce per me un mistero il fatto che una società possa sviluppare il suo gusto estetico senza avere gli elementi concreti a cui fare riferimento; quando non ha fusto estetico, la società opera negativamente: è sotto i nostri occhi lo scempio di paesaggi e di insediamenti urbani.
E cosa più dell’opera d’arte può costituire un modello, una fonte di ispirazione? Sono convinto che soltanto avvalendosi di una forte preparazione estetica i cittadini possano arginare l’onda irrazionale di scelte negative.
In Sardegna negli ultimi anni sono sorti diversi Musei d’Arte, ma nessuno è interamente dedicato ad illustrare quella particolare predisposizione, tipica degli artisti d’avanguardia, a rimettere tutto in discussione, creando quelle premesse culturali che sono indispensabili al rinnovamento della società.
Non credo che la rinascita dell’antisemitismo e delle vecchie idee naziste che dobbiamo purtroppo constatare al nord della nostra penisola e anche nel nord Europa siano fenomeni marginali: semmai è a causa di un appiattimento della cultura impegnata che si sono potute ricostruire le basi di un pensiero fascista e autoritario.
Ed è in questo senso che andrà avanti la politica culturale che mi accingo a portare avanti nella veste di direttore del Museo, promuovendo incontri con il pubblico, con gli studenti, dibattiti, conferenze, mostre di rilievo internazionale, iniziative musicali di alto livello. Spero di avere il tempo materiale per assolvere, unitamente all’Amministrazione comunale, questo gravoso impegno progressista e liberale.
Calasetta, ottobre 2000