Domenica 5 Maggio dalle ore 9 in concomitanza con Monumenti Aperti presso la Galleria a Cielo Aperto di Mangiabarche l’artista Federico Cozzucoli realizzerà la sua nuova performance dal titolo Martyrium.
Nello splendido panorama della costa Calesettana, circondato dalle strutture militari realizzate per i combattimenti della Seconda Guerra Mondiale e oggetto di recupero da parte dellaConservatoria ̶ come lo spazio che ospita la Galleria a Cielo Aperto ̶ Cozzucoli, vestiti gli usuali abiti che sacralizzano la sua arte, una stola dorata e un camice bianco, condurrà, come il Buon Pastore di religiose memorie, un gregge di pecore. Nel suo cammino sarà accompagnato dal suonatore di launeddas Michele Deiana.
Per completare la performance, all’interno della galleria l’artista presenterà una scultura realizzata con pelli di pecora plastificate e rivestite da un prezioso velluto rosso a ricordare il sangue versato. Le pelli legate a una radice di melograno per mezzo di fili di rame e lurex, richiamano la commistione fra la natura e l’artificiale prodotto dell’uomo, ricordando la perdita dell’armonia di un originario perfetto paradiso naturale. Il ripiegarsi delle pelli su stesse richiama apparentemente il contorcersi naturale delle radici alla base della scultura ma la concia e le cuciture ne annullano la spontaneità delle forme. Noi che non siamo dei buoni pastori usiamo il nostro gregge per sfamare le nostre brame, Cristo invece ci chiede un libero Martyrium per unirci alla sua gloria sacrificale. I legami di luce (divina) rame e oro che trafiggono la scultura non sembrano essere in grado di reggerla senza farla collassare: ma non è così. Noi uomini, che ci sentiamo abbandonati e pronti a crollare su noi stessi, non ci rendiamo conto di essere sorretti da una luce che ci da un equilibrio fragile e precario, di cui non siamo artefici: come per la scultura, basterebbe togliere pochi fili e tutto crollerebbe. Altrettanto fragile è il nostro rapporto con la natura: lei ci sovrasta e noi vogliamo legarla con legacci che si spezzano, ma ineluttabilmente è l’uomo ad essere legato ad essa da resistenti fili invisibili, di cui non può scoprire le leggi se non ammettendo l’esistenza dell’Altro da sé.
L’azione del performer sarà documenta dal videoartista Matteo Campulla che realizzerà le riprese e firmerà la regia della video opera insieme al performer. Matteo Campulla nasce a Iglesias (CA) il 2 giugno 1982, vive per i primi sei anni in un paesino vicino a Stoccarda in Germania. Nel 1988 si trasferisce ad Assemini (CA) dove tutt’ora risiede. Dopo il conseguimento del diploma al liceo artistico di Cagliari nel 2005 continua la sperimentazione pittorica iniziata verso la fine degli anni 90, concentrandosi sull’uso di materiali e supporti non convenzionali. A questo percorso affianca la ricerca musicale, video e del linguaggio in genere. Nel maggio del 2009, insieme a Diego Dall’Ara e Davide Ligas, forma il Movimento Oscurantista ̶ collettivo di pittori dai toni oscuri apertamente in polemica con l’arte contemporanea. È invece nei primi mesi del 2012 che nasce SCARS, un progetto di videoarte che si manifesta per la prima volta nell’ambito del XXV Festival Internazionale di Performing Arts “InterAzioni” del Teatro Arka. Recentissimo invece il progetto audiovisivo “Boga Bisuras!” nato dalla collaborazione con Marco Fadda.
Ad accompagnare la performance, un racconto scritto per l’occasione da Davide Tolu, autore di origine sarda da anni trasferitosi a Genova in parallelo con Calasetta, dove un territorio sardo è abitato da quasi 250 anni da Liguri. Scrittore, drammaturgo, compositore, ha scritto e musicato diversi spettacoli teatrali tra cui “Agnese Odiosa Agnese” finalista Premio Fondi 2006, e “Variabili Umane” vincitore Premio Dante Cappelletti 2010. Il suo ultimo lavoro è il monologo “Chi ha paura del denaro mannaro?” una lezione-spettacolo sul denaro e il suo utilizzo etico, di cui è autore, compositore e interprete.
Per la realizzazione della performance hanno collaborato il pastore Federico Verona di Calasetta per il gregge e l’artista Massimiliano Marraffa per il ritratto fotografico.
Rassegna stampa: Espoarte