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Il Museo MACC osserverà i seguenti orari
Dal Mercoledì alla Domenica dalle ore 17:00 alle ore 20:00
Lunedi e Martedì chiuso

Museo MACC – Alberto Rocco

Alberto Rocco è nato a Roma il 17 Febbraio 1935; pittore e incisore, vive e lavora a Torino, dove si è trasferito da ormai molti anni.
Sono del ’57 i suoi primi interessi per l’incisione, quando, autodidatta, trae i primi basilari insegnamenti dall’antico e prezioso manuale del Bosse e già dopo pochi anni le sue opere ottengono premi e riconoscimenti ufficiali.
Appassionato ricercatore/sperimentatore, esplora subito a fondo e applica tutte le tecniche note o insolite, sviluppandone anche personali varianti, ma quasi mai appieno soddisfatto, essendo il risultato di tali tecniche, soprattutto indirette, molto spesso frutto di casualità e delle certosine mediazioni degli acidi e delle cere e lontano così dalla sua pur celata impetuosa natura, è portato a preferire per realizzare le sue opere grafiche interventi più immediati direttamente sulla lastra. Sono già di quegli anni lontani (1958/’59) i primi tentativi e le ricerche delle tecniche e degli strumenti necessari per avvicinarsi alle singolari ed affascinanti possibilità offerte da una tecnica incisoria diretta, aristocraticamente anomala, dimenticata e allora praticamente sconosciuta in Italia: la maniera nera.
Questa tecnica, pienamente acquisita dopo una lunga, ostinata e solitaria ricerca, da oltre un ventennio è diventata il suo unico, distintivo, non episodico mezzo di espressione grafica e la sua opera riferimento per molti.

Anche Rocco è uno degli incisori che pino Mantovani ha voluto nella mostra A PROPOSITO DELL’INCIDERE , in un raro scritto dell’artista si legge:

“Sul rame lucidato a specchio si opera con un particolare strumento, il berceau, piccola mezza-luna d’acciaio con un lato finissimamente solcato da intagli perpendicolari al bordo inferiore di lavoro, che, accuratamente affiliato formerà sullo stesso una miriade di acutissime punte, si procede premendo il borceau sulla superficie della lastra e guidandolo gli si imprime un movimento di spinta-oscillante (…)”

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